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All’Atalanta c’è un clima da rivoluzione. La svolta parte dalla proprietà, con l’arrivo di Stephen Gerard Pagliuca a supportare i Percassi, spingere un club diventato grande con il lavoro dentro una forza di stampo internazionale.

Pagliuca con il suo fondo di investimenti americani Capital Bain è già co-proprietario dei Boston Celtics in Nba. L’Italia è terra di conquista, tra l’arretratezza negli stadi e le difficoltà di varia natura, i capitali stranieri guardano al nostro calcio.

È un mercato diverso rispetto alla Premier League ma allo stesso tempo consistente perché c’è la sensazione di un mondo che potrebbe esprimere livelli di business molto più interessanti a partire dai diritti tv.

L’Atalanta sembra ad un passo da una svolta complessiva che coinvolge tutte le sfere. Sartori ha rappresentato l’anima del club, quella macchina perfetta di ricerca del talento, lavoro di scouting è stata guidata dall’ex direttore sportivo del Chievo Verona che probabilmente ripartirà dal Bologna. È riuscito nella missione complicata di scovare giocatori di qualità avendo sempre come riferimento l’identità di gioco voluta da Gasperini, l’anima degli splendidi risultati conquistati dall’Atalanta. Non è facile questo lavoro perché le caratteristiche del sistema Gasp riducono il raggio d’azione e alzano i margini d’errore.

L’Atalanta è uscita dalla lotta Champions, a tre giornate dalla fine rischia ancora di finire fuori dalle coppe europee. È finito un ciclo, quella bellissima realtà di Gasperini, che ha fatto sognare lo scudetto ai bergamaschi oltre alle meravigliose avventure europee, ha fatto il suo tempo.

Tutto ha un inizio e una fine, la sensazione è che la magia sia finita. La squadra ha perso talento, del resto è inevitabile pensando alla cessione del Papu Gomez, alla perdita di Ilicic e al lungo stop di Zapata, e intensità, come se avesse smarrito la spinta propulsiva.

Gasperini spinge il piede sull’acceleratore ma dopo qualche anno bisogna avere l’intelligenza di capire quando è finita, ci fu una storia simile anche al Genoa. Sfiorò la qualificazione in Champions League nell’annata 2008-09, poi terminò la sua avventura prima con un campionato chiuso al nono posto e poi con l’esonero dopo dieci giornate nel novembre del 2010.

Il Gasp è nella storia di Bergamo e dell’Atalanta, neanche il tifoso più innamorato ed ottimista poteva immaginare di sognare lo scudetto, rischiare di far fuori il Psg dalla Champions League, strapazzare il Valencia, abituarsi a giocare le coppe europee per qualche anno, vincere ad Anfield, arrivare ai quarti di finale di Europa League eliminando il Bayer Leverkusen.

L’Atalanta ha rappresentato un motivo di vanto all’estero, una splendida squadra da studiare e osservare nel nostro campionato, una continua palestra per giovani talenti, una macchina capace di autoalimentarsi sotto il profilo economico. Il futuro può essere ancora roseo ma, nel rispetto proprio dell’Atalanta e di tutto ciò che ha fatto negli ultimi anni, bisogna saper mostrare l’annuncio “The End”.

Ciro Troise

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