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Qatar 2022, il Mondiale dell’Iran: tra atti di protesta e una vittoria indimenticabile 

By Novembre 30, 2022No Comments

La sconfitta contro gli Stati Uniti ha sancito l’eliminazione dell’Iran dal Mondiale in Qatar. La squadra asiatica ci ha creduto fino in fondo all’ottavo di finale, ma Pulisic ha infranto tutti i sogni. La competizione iridata era iniziata in modo quantomeno peculiare per i ragazzi allenati da Carlos Queiroz, che già alla vigilia della prima gara contro l’Inghilterra avevano implicitamente annunciato di portare sul campo una vera e propria protesta: un modo per puntare dritto verso il regime del loro Paese, un modo per sostenere le donne e gli uomini che in patria scendono in strada ogni giorno. A pochi minuti dall’inizio della sfida, l’undici iraniano si compatta per l’inizio dell’inno, che poi non canta. Note, musica e parole vanno avanti, ma le bocche dei giocatori del Team Melli rimangono serrate. Un silenzio che rimbomba tra i media e che maschera in parte la sconfitta per 6-2 contro la rappresentativa britannica e che in Iran fa un gran rumore. 

Iran, la vittoria contro il Galles e il sogno infranto 

Gli affari extracalcistici non lasciano mai la rosa asiatica, che si prepara ad affrontare la nazionale del Galles, altra gara che appare proibitiva, mentre il governo di Teheran, secondo quanto hanno riportato le maggiori testate internazionali, tra cui Il Post, non ha preso bene la scelta dei calciatori di restare in silenzio davanti al proprio inno. Le più importanti figure politiche spingono, con frasi più o meno dirette, la rappresentativa asiatica a rivedere il proprio comportamento. Quando le due squadre scendono in campo, sono tutti in attesa di capire cosa succederà: l’Iran sceglie di cantare, anche se con flebile voce. 

Passano 98’, una partita che appare bloccata e senza altra via d’uscita se non un pareggio sterile. Eppure l’occasione arriva e Cheshmi non se la lascia scappare, mettendo il rete il gol dell’1-0. La gara però non è ancora finita, perché al 101’ Rezaian ha il tempo di raddoppiare, rendendo la festa dei tifosi iraniani ancora più indimenticabile. Nel post partita il difensore Pouraliganji dedica la vittoria a tutto il popolo, una promessa anticipata dal capitano Hajisafi prima dell’esordio nel torneo: “Dovremo essere la voce del nostro popolo” aveva detto. 

Tuttavia l’entusiasmo non ha vita molto lunga, perché le ripercussioni politiche tornano ad abbattersi sul Team Melli. A poche ore dal fischio d’inizio del match contro gli StatiUniti, che vale il passaggio agli ottavi di finale, la CNN fa sapere che le famiglie dei calciatori sarebbero state convocate e minacciate di violente ripercussioni, se l’inno sarà nuovamente ignorato. E ancora una volta, l’iter che precede la gara sembra essere più interessante della sfida stessa. I giocatori asiatici mormorano il canto del proprio Paese e il Mondiale può continuare. Fino al termine della sfida contro gli USA, che come detto, ha sancito l’eliminazione degli iraniani. Un campionato del mondo che sicuramente in Asia, per più di una ragione, non dimenticheranno.

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